lunedì 11 settembre 2017

RECENSIONE | "Otto mesi a Ghazzah Street" di Hilary Mantel

Buon inizio settimana, miei cari lettori :)
“Otto mesi a Ghazzah Street” è il nuovo romanzo  nato dalla penna di Hilary Mantel. La scrittrice inglese ha vinto per ben due volte il Man Booker Prize rendendo popolare il romanzo storico. I suoi libri sono frutto di attente e profonde ricerche storiche che mettono in luce anche la psicologia dei personaggi. “Otto mesi a Ghazzah Street è un romanzo che si insinua nelle irrequietudini di due società che si fronteggiano senza avvicinarsi e integrarsi. La società araba, con le sue ferree regole, si scontra con la società occidentale. Da questo contrapposizione nascono i semi che si trasformeranno in atti terroristici facendo sanguinare il cuore del mondo europeo.

STILE: 7 | STORIA: 7 | COVER: 7
Otto mesi a Ghazzah Street
Hilary Mantel (traduzione di G. Oneto)

Editore: Fazi
Pagine: 334
Prezzo: € 19,00
Sinossi
Arabia Saudita, Gedda, Ghazzah Street. Uno strano posto. Un luogo senza passato, un luogo di passaggio dove nessuno si ferma per più di qualche anno e dove la gente, in casa, tiene le sue cose, negli scatoloni. Anche la terra e il mare, laggiù, sono in continuo mutamento: ci sono ville costruite da pochi anni con vista sul mare che oggi si allacciano su un muro. Frances Shore è una cartografa, ma quando il lavoro di suo marito la porta in Arabia Saudita si ritrova come una prigioniera sperduta, incapace di orientarsi nelle zone oscure del paese. Il regime che impera è corrotto e inflessibile, molti degli stranieri che incontra non sono che avidi faccendieri in cerca di denaro accompagnati dalle mogli e i vicini musulmani si muovono furtivi ma hanno occhi per ogni cosa. Le strade non sono il posto adatto per le donne, e Frances - il marito Andrew è spesso assente - si ritrova confinata nel suo appartamento cercando di dare un senso a tutto ciò. Ma la battaglia è ardua. Le giornate diventano un susseguirsi di vuoti e di silenzi, interrotti soltanto dagli inspiegabili rumori provenienti dal piano superiore, che però, a quanto le è stato detto, dovrebbe essere disabitato. Quello dell'appartamento al piano di sopra diventa un mistero tutto da sciogliere, che obbligherà la protagonista a scontrarsi con le mille contraddizioni di un mondo infernale: un mondo asfittico, fatto di sofferenze celate, silenzi strazianti, segreti inconfessabili. Un mondo di cui le donne sono vittime ma anche complici.





Ghazzah Street è una strada piccolina e stretta. Il quartiere non è lussuoso ma neppure squallido. I piccoli condomini, alti due o tre piani, sono chiusi da un muro che impedisce la visuale degli appartamenti. I vicini si conoscono di vista e nessuno si ferma mai a chiacchierare. Ghazzah Street ospita anche una moschea che al tramonto ha la cupola illuminata da una luce verde al neon.
Arabia Saudita, Gedda, Ghazzah Street. È un luogo senza un passato, un luogo di passaggio, un luogo dove nessuno mette radici. Frances Shore, cartografa, per lavoro segue il marito in Arabia Saudita. L’impatto con la società araba è duro. Un regime corrotto, avidi stranieri, la discriminazione verso le donne formano il comitato di accoglienza per Frances che, confinata nel proprio appartamento, cerca di dare un senso a giorni vuoti e silenziosi. Le cose si complicano quando dall’appartamento al piano superiore dell’abitazione della donna, giungono inspiegabili rumori. Inspiegabili perché l’abitazione dovrebbe essere disabitata. Cosa si nasconde tra quelle mura?

Ho letto con molta attenzione e interesse questo romanzo che alza il velo dal volto di una società, quella araba, complessa e con molti angoli bui.

Frances è diventata il mio sguardo su questa società riservata, che cela i propri difetti e non svela apertamente il modo in cui ragiona. La scrittrice, attraverso i personaggi del romanzo, ci propone un mondo lontano anni luce dal nostro modo di intendere la vita. Hillary Mantel narra il difficile mondo saudita, le sue contraddizioni, le sofferenze celate dietro lunghi silenzi e segreti inconfessabili. L’Arabia Saudita è uno stato arabo che noi poco conosciamo.

La società mette in pratica molte forme di discriminazione contro le donne. Le donne non possono guidare autovetture, non possono viaggiare senza un accompagnatore o senza un modulo di autorizzazione firmato da un tutore maschio. Non possono lavorare, sono ammessi solo alcuni tipi di lavoro, senza il permesso di un tutore maschio. La vita della donna è nelle mani degli uomini: padre, marito, figlio. E i diritti delle donne? Inesistenti. Per tutta la vita sono sottomesse a un tutore maschile che esercita su di loro la patria podestà.

Per non tralasciare nulla c’è poi la polizia religiosa, ente per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio, che impone agli abitanti il totale rispetto della Shariya islamica considerata al pari di una legge di Stato. La polizia controlla che le donne siano coperte dalla testa ai piedi, controlla che i negozi chiudano durante le cinque preghiere giornaliere, potendo arrestare, interrogare, trattenere le persone sospettate.

Tutto ciò è riportato con novizia di particolari nel romanzo che diventa una testimonianza, da parte di una donna straniera, di un codice di comportamento molto severo. Frances dovrà affrontare un mondo difficile, conoscerà alcune donne, sue vicine di casa, che riveleranno un duplice modo di essere: sono vittime ma anche complici. Danno vita a un universo femminile capace di ammaliare ma anche di intimorire. Nessuna democrazia potrà mai nascere senza “l’altra metà del cielo”. Ma proprio la complessità del mondo femminile può riservare delle sorprese.

“Otto mesi a Ghazzah Street” è un intenso romanzo che gode di un’armonia compositiva in grado di creare un inaspettato mosaico in cui si inseriscono le fragilità dei rapporti umani, la religione, le dipendenze, i gusti, le passioni. Un romanzo che esplora l’identità di una società complessa che deve ancora scoprire il potere del sorriso di una donna.

6 commenti:

  1. Libro molto interessante, come sempre le tue recensioni fanno venire voglia di leggere. Grazie per il consiglio :)

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    1. E' un libro attualissimo per conoscere una società così vicina eppur lontana:)

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  2. Mi attirava, mi hai dato un motivo in più per leggerlo! Bella recensione :)

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    1. Sarà sicuramente una lettura che apre una finestra sulla società araba :)

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  3. questo titolo lo avevo notato tra varie segnalazioni dei blog. era già appuntato, adesso ancora di più!
    brava Aquila bella recensione

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    1. Sicuramente lo troverai molto interessante, sarebbe una bella lettura autunnale:)

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